Gravina in Puglia, ai piedi dell’Alta Murgia in territorio di Bari, alla confluenza di valli del preappennino lucano, circondata da verdi e ameni colli ricchi di uve e olive, racchiude una gloriosa storia lunga tremila anni. Testimonianza sono i reperti portati alla luce nei siti archeologici preromani “Botromagno” e “Padre Eterno”. Ad ovest è lambita dal burrone ”Gravina” che ha dato il nome alla città. Infatti, geologicamente la gravina indica una depressione del terreno provocata dall’erosione delle acque. Nel letto del burrone scorre un torrente che ha la sua sorgente a fontana d’Ogna e va a sfociare, dopo un percorso di quasi 30 chilometri, nel Bradano in contrada “porticella” tra Miglionico e Montescaglioso. Il territorio ha portato alla luce esemplari fossili di fauna marina risalente al cenozoico.
Situata nell’antica regione della Peucezia, sin dal VI-V scolo a.C., fuse la sua cultura con quella magno-greca. E dai greci fu chiamata Sidion ricavata da pochi esemplari di monete con il demotico sidinon. Chiamata dai romani Silvium, ebbe grande importanza grazie ad una stazione di rifornimento creata sulla Via Appia. Con la caduta di Roma subì scorrerie e ruberie da parte di ostrogoti e visigoti, che spinsero molti cittadini a ripopolare le grotte del sottostante burrone. Di lì lentamente si spostarono sul costone sinistro del burrone dando vita ai rioni Fondovico (o Fondovito) e Piaggio. Soggetta a conquiste da parte di bizantini e longobardi, subì incursioni di saraceni prima dell’avvento dei normanni che la risollevarono dalla miseria in cui era caduta nei secoli bui. Tra VIII e IX secolo si cominciarono a costruire chiese nelle grotte. I normanni costruirono nell’XI secolo un castello e una chiesa monumentale ripristinando la cattedra vescovile. Con Federico II, erede dei normanni da parte di madre, ebbe nel 1224 un castello ed un grande riconoscimento. Con Cosenza, Salerno e Sulmona, infatti fu elevata a curia generale di Puglia, Capitanata e Basilicata per la celebrazione dei processi. Agli Angioini, che sostituirono gli Svevi, subentrarono gli Aragonesi che affidarono al prefetto di Roma, Francesco Orsini, la contea elevandola a ducato. Con gli Orsini, che si fermarono a Gravina fino ai primi anni dell’ottocento, acquistò potenza e prestigio. Certamente il personaggio più famoso di questa famiglia fu Pier Francesco, nato nel palazzo ducale il 2 febbraio del 1650 che, abdicando in favore del fratello Domenico, preferì vestire l’abito dei domenicani con il nome di fra Vincenzo Maria. Nel 1724 fu elevato al soglio pontificio con il nome di Benedetto XIII.
Le preziosità della città non sono solo nel suo misterioso e affascinante paesaggio della gravina, ma è anche nello splendore della sua lunghissima storia e nella ricchezza della sua arte e nella peculiarità del centro storico con angoli, palazzi prestigiosi e maestosi , monumenti prestigiosi e con le sue misteriose “gnostr’” (claustri).